Memoria

Sembra che questi debbano proprio essere i giorni consacrati alla chiusura dei conti, alla revisione degli strumenti disponibili, all'indagine su come comportarmi per ripartire al meglio.
Mentre continuo a stilare liste  mentali e scritte sul da farsi in vista dei prossimi mesi, mi trovo spronata da una blog-amica a mettere nero su bianco il mio sentire rispetto ai fatti fondamentali dei miei ultimi anni. Mentre tergiverso in attesa di partire sul serio con i miei progetti e raccolgo le forze che mi serviranno per sostenerli, incontro una riflessione di una maestra che stimo moltissimo: Vanda Scaravelli.
Mi ispiro spesso al suo modo di trasmettere lo yoga, affascinata dalla visione ampia e profonda che ne propone.

Siccome niente accade a caso, in questi giorni ho dedicato la mia pratica al suo suggerimento sull'approccio ad un tema che cade a pennello con il mio indagare, vivere e sentire degli ultimi tempi: la memoria.

Posso provare a vedere la mia vita tutta come uno scatto fotografico, e a mettere sullo sfondo il passato, ben fissato, con tutto il suo spessore e la sua dignità, ma in secondo piano, per lasciare la me di adesso prevalere, perfettamente a fuoco, nuova e libera?
Posso provare a guardare inesorabilmente avanti, avendo ben chiaro quello che c'è dietro, ma senza farmene condizionare?
E' un buon suggerimento, quello di pensarsi come una figura nuova che emerge dalla memoria, figlia e al tempo stesso indipendente dal passato.
E' un buon suggerimento, e si addice particolarmente all'aria settembrina che respiro in questi giorni.

Ho provato a cogliere l'invito con una pratica yoga che rispecchiasse ciò di cui ho bisogno adesso, come al solito.
Una posizione, precisa, stabile, comoda a cui tornare, per fare il punto della situazione e rendermi costantemente conto di dove sono partita. E delle micro sequenze che scandiscono il ritmo e di volta in volta la meta del mio fare.
La memoria da cui vengo e i passi con cui vado verso il mio futuro.
Una buona ispirazione, per ripartire.
Un'apertura tutta settembrina.

La memoria. L'asana a cui tornare.
Le mani attente, i piedi forti, la schiena lunga e presente.



Asana per sognare.
Da uttanasana a utkatasana.
Per partire con il mio volo, piedi a terra e braccia che puntano verso su.
Per distendere la schiena e poi rafforzarla mentre le gambe si irrobustiscono.
Per radicare il bacino e aprire il cuore.


E tornare, fare il punto della situazione.


Asana per concretizzare.
Da adhomukhasvanasana a sarpasana.
Braccia, schiena, collo e pancia fortissimi, per non perdere di vista il fare, l'impegno.



E ancora, prendermi il tempo, osservare.
Memoria sullo sfondo, io in primo piano.


Asana per mantenere l'equilibrio.
Per trovare il punto fisso da guardare e il giusto mix tra forza e attenzione per realizzarmi.


E sempre, gettare uno sguardo indietro.


Asana per non perdermi.
Da uttanasana alle torsioni; da adhomukhasvanasana a parshvakonasana.
Per allenare la tenacia, saper resistere alle difficoltà, sapermi liberare dai limiti.
Per respirare meglio ed essere più flessibile.



E ancora, fermarmi. Memoria sullo sfondo, io a fuoco.


Asana medicinale.
Garudasana, l'aquila. Forte, decisa. La visione ampia e attenta. Concentrazione attivata, ali pronte.


Un'ultima volta, una sosta per guardare indietro e poi avanti, mentre conquisto sempre più stabilità.
Memoria sullo sfondo,
una fotografia del punto in cui mi trovo,
ogni cosa sistemata al suo posto.


Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.

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