Di anno in anno

Di anno in anno, l'inizio di settembre è sempre stato un momento cruciale per me, e l'estate un cuscino su cui appoggiarmi per riordinare le idee, chiudere i conti e caricarmi per il nuovo grande salto, la nuova scommessa, la grande fatica.
L'estate è sempre stata il momento dei progetti, della fantasia lasciata a briglie sciolte sui programmi per i mesi a venire, della spensieratezza con cui si approccia qualcosa di lontano e ancora irreale.

L'inizio di settembre è sempre stato carico di tante emozioni, tante aspettative, tanti dubbi.
Solo negli ultimi tre anni, il fine estate è stato, nell'ordine, un figlio, un epico cambio di casa e di vita e un altro figlio.
Qualche tempo prima della nascita di Fado, ci siamo detti che avevamo bisogno di riposo e concentrazione, che il ritmo su cui ci eravamo sintonizzati era troppo veloce, che avevamo bisogno di rallentare e sedimentare.
Forse, per noi, non è ancora il momento.
E così, mentre con un po' di malinconia penso all'estate che finisce, mi ritrovo ancora una volta col quadernetto delle idee pronto per essere riempito dei tanti progetti sulla nostra terra, di quelli sui lavori che ci piacciono, sulle attività che sogniamo, sulle delusioni per i contratti sfumati e le occasioni abbandonate per strada.

Ci vuole coraggio a stare sempre nell'incertezza. Io, però, non mi immagino a vivere altrimenti. Almeno non adesso, almeno finchè non avrò trovato il mio equilibrio, fatto di tutte le cose che amo.

Di anno in anno taglio, riduco, sotterro, faccio spazio al nuovo, studio, mi applico, sperimento.
A mandarmi avanti è la sensazione che mi sento sempre un po' più io, stupita e felice di scoprirmi anche negli aspetti che non avevo previsto.

Quando ho iniziato la scuola per insegnare yoga ho avuto il dubbio che sarebbe stato solo un hobby di qualche tempo. Ancora adesso mi meraviglio che siano passati quasi dieci anni e che l'entusiasmo non sia calato nemmeno un pochino, nonostante il lavoro non pagato e sottovalutato, l'incertezza che si rinnova di mese in mese e gli allievi che vanno e vengono.

Per tutto questo primo anno nella casa nuova mi sono chiesta se sarei stata all'altezza del grande compito che avevo davanti. Occuparmi di una casa mia e di tutta la vita che ospita: gli alberi, le piante, ogni singola zolla di terra e perfino i mattoni che custodiscono la storia di generazioni e generazioni. Oggi penso che mai mi sono trovata ad affrontare un'incombenza così nuova e grande, e mi stupisco di quanto l'entusiasmo si rigeneri più veloce di qualsiasi delusione o pessimismo.

Oggi sono felice di non aver mollato tutto dopo l'ennesimo maglione ai ferri mal riuscito; di non essermi scoraggiata al millesimo vestito cucito male; di non essermi fatta affossare dai problemi di salute o scoraggiare dalla sofferenza.
Sono felice di aver tenuto duro, anche se in modo non convenzionale.
E di anno in anno mi sento un po' più inattaccabile e un po' più sicura.

Ci sono cose enormi in ballo.
Io per intero sono immersa in una danza sfrenata, che a volte mi stanca, ma che non riesco proprio a pensare di smettere.
Ci sono i miei bimbi e i miei progetti di vita. E c'è l'uomo con cui ho deciso di condividerli.
"Con i miei figli ci voglio crescere "dicevo," non voglio aspettare di essere arrivata chissà dove per farli. Io ho visto i miei genitori crescere e cambiare, ed è stata la scuola più formativa che abbia frequentato."
L'ho voluto io questo affascinante delirio che mi si ripresenta di anno in anno.
E anche adesso, al giro del mio ventinovesimo settembre, mi preparo al grande salto.
Faccio sogni in cui devo combattere battaglie stellari chiusa in una strana astronave, e passo ogni minuto libero a concentrarmi sul sentire i piedi ben piantati a terra.
Mi godo gli ultimi giorni di vacanza, e con una parte di me sono già in pieno autunno, in pieno fermento.
Con i desideri tutti schierati in fila, le pile cariche in tasca, il cuore un po' più avvezzo all'altalena delle emozioni.

Di anno in anno imparerò a gestire il finire dell'estate con più razionalità e, forse, avrò in saccoccia sempre più basi stabili su cui contare e sempre meno salti nel vuoto da affrontare.
Per quest'anno sono qui: due creature da crescere, un lavoro in cui credo da personalizzare, una terra da far vivere, una casa da aggiustare, un compagno con cui camminare.
E seguo lei, la Signora degli Incartesimi, e i suoi suggerimenti: scrivo desideri segreti su una barchetta e lascio al mare il compito di custodirli e cullarli.


































Il tempo della crisalide è il cammino, l'ascolto, l'intuizione, la scoperta.
Inspiro. Espiro. 
Partiamo?
Torniamo all'origine, vera, semplice, completa.
Inspiro.
Espiro.
Partiamo.

4 commenti:

  1. "Sono felice di aver tenuto duro, anche se in modo non convenzionale."

    Dimmi qualcosa di più su questo modo non convenzionale. Io ne sono ancora alla ricerca. Troppo spesso i problemi di salute mi abbattono, le preoccupazioni mi bloccano ( anche fisicamente).

    Buon settembre!

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    1. Catia, ti ho scritto in privato, sulla mail del tuo blog.
      fammi sapere se ti è arrivata la mia risposta.
      a presto!

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  2. Ciao, ti volevo ringraziare per il tuo blog stupendo, ti sto seguendo da un po' di tempo e mi dai sempre nuovi sprazzi di luce e aria leggendoti. Un saluto da una settembrina nata oggi!
    auradiluna.wordpress.com

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