Ricette yogiche: ascoltare la natura che è in noi, perdersi e scoprire.


Questa idea ha fatto capolino durante la gita a Norchia di qualche giorno fa. Ero così incantata dal posto che ho iniziato a pensare ad un modo di tenermi dentro la sua magia e, magari, di provare a farla sentire anche a qualcun'altro.
Ho ideato una sequenza di asana che poi ho proposto ai miei allievi, anche se con qualche variazione rispetto a quella che riporto qui.
Diversamente dal solito ho pensato di non mettere la descrizione dei benefici delle diverse asana, ma solo il loro nome, per facilitare l'apertura all'aspetto emotivo che portano con sè, e stimolare, me e chiunque vorrà provare questa sequenza, a cogliere l'aspetto analogico del loro fluire.
Nessuna asana ha controindicazioni particolari se non, come al solito, il nostro sentire che in quel momento non riusciamo a tenerla o ci rimanda sensazioni negative.
Valgono i pricipi generali di allineamento del corpo, rispettando le sue simmetrie:
-zona lombare allungata grazie ad una leggera pressione dei muscoli addominali,
-mento leggermente inclinato verso il collo (ujayi pranayama), per controllare il flusso respiratorio e allungare la zona cervicale
-consapevolezza del proprio radicamento a terra così come del proprio allungamento verso il cielo.

Mentre preparavo questo post, mi sono imbattuta in una poesia che mi è sembrata perfetta per incarnare non solo lo spirito con cui mi piace affrontare la mia pratica yoga, ma anche quello che ho provato durante l'escursione da cui tutto è partito. Quel giorno è scattato qualcosa, che ha sicuramente a che fare con il gioco e con la possibilità di giocare con lo yoga, oltre che di vivere le asana come incarnazioni di aspetti emotivi e stimolazioni all'approfondire e ascoltare.

Dimenticai di seguire
la traccia consueta.
M'allontanai d'alcuni passi dal sentiero,
mi parve estraneo il mio solito mondo
come un fiore che io avessi conosciuto
solo in boccio.
La mia saggezza si sentiva umiliata.
Vagai smarrito nella terra delle meraviglie.
Fu la più grande delle mie fortune,
ch'io perdessi il sentiero, quella mattina,
e trovassi la mia infanzia per sempre.
(R. Tagore, Poesie sulla natura, Guanda)

Queste sono le asana ispirate all'esperienza a Norchia. Alcune sono accompagnate da una preghiera legata all'elemento naturale a cui corrispondono, che ho tradotto da qui.

Parvatasana: 
la posizione di Parvati, dea della montagna




Prthvi asana:
la posizione della terra nella sua qualità di estensione e apertura 
(corrispondente all'apertura e rilassamento di bacino e perineo)



Bhumi asana: 
la posizione della dea della terra nella sua qualità di pesantezza e posizionamento verso il basso

 


 Ringraziamo nostra madre, la terra, perchè ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno per vivere.
Supporta i nostri piedi mentre camminiamo su di lei.
Ci dà gioia che continui ad occuparsi di noi, come ha fatto dall'inizio dei tempi.
Alla madre di tutti noi, mandiamo un saluto e un ringraziamento. 
Ora le nostre anime sono una.


Ushi asana:
la posizione della dea dell'alba, portatrice del sole


Ringraziamo il sole, nostro fratello maggiore.
Ogni giorno, senza mancare mai, viaggia per il cielo, da est a ovest, 
portando luce e un nuovo giorno.
Lui è la fonte di tutti i fuochi della vita.
Uniti in uno solo, mandiamo saluti e ringraziamenti al nostro fratello sole.
 Ora le nostre anime sono una.


Vrikshasana:
la posizione dell'albero



 Ora rivolgiamo i nostri pensieri agli alberi.
La terra ha molte famiglie di alberi, con le loro istruzioni e il loro uso.
Alcuni ci forniscono riparo e ombra, 
altri frutti, bellezza e cose utili.
 Molti nel mondo usano immagini di alberi come simboli di pace e forza.
Uniti in una sola anima, salutiamo e ringraziamo la vita degli alberi.
Ora le nostre anime sono una.


Ganeshani asana:
la posizione della dea elefantessa
che con la sua proboscide assorbì l'acqua dell'oceano primordiale per spargerla sulla terra


Ringraziamo tutte le acque del mondo per smorzare la nostra sete e donarci forza.
L'acqua è vita, 
conosciamo il suo potere in molte forme:
cascate e pioggia,
foschia e ruscelli,
fiumi e oceani.
Uniti in una sola anima, salutiamo e ringraziamo lo spirito dell'acqua.
 Ora le nostre anime sono una.


Parnasana:
la posizione della foglia


 

Ora portiamo la nostra attenzione alle piante.
Fino a dove gli occhi possono vedere, crescono piante che preparano meraviglie.
Alimentano molte forme di vita.
Con le anime che si uniscono, salutiamo le piante 
e ci auguriamo di vederle per molte generazioni ancora.
Ora le nostre anime sono una.



Savasi asana:
la posizione della dea dell'aria,
nella sua qualità legata al cielo e all'aria

 
Ringraziamo i poteri dei quattro venti.
Sentiamo le loro voci, mentre si muovono, 
purificano e rinfrescano l'aria che respiriamo.
Aiutano a portare il cambio di stagione.
Arrivano dalle quattro direzioni, portandoci messaggi e dandoci forza.
Con le nostre anime unite in una sola,
ringraziamo e salutiamo i venti.
Ora le nostre anime sono una.

La sequenza può essere conclusa con una meditazione sugli elementi naturali presenti in noi:
la terra nel nostro bacino, il punto del nostro corpo più legato all'istinto e al terrigno,
l'acqua nel nostro addome,
il fuoco nel nostro plesso solare,
l'aria nel nostro cuore,
l'etere nella nostra gola,
i nostri pensieri, le sensazioni tra i nostri occhi e in tutto il viso,
la nostra componente divina nel capo.

Spero di essere riuscita a farvi arrivare qualcosa dell'esperienza sensoriale che ho provato e cercato di ricreare con questa pratica.

4 commenti:

  1. quanto vorrei seguire uno dei tuoi corsi, ma sono davvero troppo lontani per me...io sono a Roma nord e pur lavorando in Prati è davvero incompatibile con i miei orari..se dovessi iniziare un corso dalle mie parti, me lo faresti sapere?

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  2. Grazie! sono ancora molto lontana da queste pratiche ma è un modo davvero interessante di trasmettere le sensazioni che hai vissuto, rivivendole attraverso il corpo!

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  3. Uh che bella l'idea di associare le posizioni alle foto della gita!
    Sai che quella che ti chiami dell'alba a me han detto che e' della montagna?! Ma le asana hanno varie interpretazioni, o mi hanno detto una ciofeca? E io che quando la facevo mi immaginavo sempre le montagne, effettivamente pero' non c'entra come forma!!

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  4. no! invece hai ragione. la posizione in piedi con le braccia in alto è "della montagna" (tadasana), ma la sequenza delle tre posizioni insieme è "dell'alba". in effetti la sequenza ricorda un pò il sole che sorge, almeno a me. prima non si vede (braccia raccolte, palmi giunti), poi si alza (braccia in alto, infine si apre nella sua luce (braccia aperte). Forse avrei dovuto scrivere sequenza dell'alba e non posizione. è vero anche che le asana hanno nomi diversi, ho notato che soprattutto gabriella cella, da cui ho preso questa sequenza, usa spesso nomi diversi dal consueto.

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